Siamo tutti Pinocchio?

Come capire se una persona ci sta mentendo

Mentire raccontando una bugia è una strategia di sopravvivenza. La impariamo da bambini quando scopriamo che “modificare” la verità ci porta a risparmarci una ramanzina o peggio una punizione.
E crescendo l’affiniamo sempre più, anche solo per uscire da un discorso che non ci piace. Alcuni si lasciano subito “sgamare”, altri diventano dei veri professionisti, insomma ci sono tipi di BUGIA e tipi di BUGIARDI.
Vediamone alcuni:

Le bugie autentiche: chiamate anche “falsificazioni”. Sono menzogne dove quello che viene comunicato è tutt’altro rispetto alla verità. Le ha definite così Paul Ekman, psicologo statunitense, massimo esperto mondiale di microespressioni ed emozioni. Una ragazza che passa l’intero pomeriggio a fare shopping in centro città e poi torna a casa dai genitori dicendogli che ha studiato a casa della compagna di banco, è un classico esempio di bugia autentica.

Le esagerazioni: sono quei tipi di bugie, dove i fatti vengono esaltati o minimizzati a seconda di cosa conviene alla persona che sta mentendo. Qui non si tratta di situazioni inventate di sana pianta, ma di amplificare ciò che è accaduto o di banalizzarlo. Un esempio può essere quando un bambino accentua il suo star male fisico per avere più coccole e premura da parte dei genitori.

Le menzogne: sono le dichiarazioni veritiere che traggono in inganno. Omettere particolari o ad esempio sviare il discorso con una frase vera sono varianti di questo tipo di menzogna.

Ogni persona che incontriamo durante la nostra giornata potrebbe nascondere qualcosa o mentirci e gli psicologi hanno classificato i bugiardi in quattro gruppi:

1. Il bugiardo occasionale. Questa tipologia di bugiardo non è abituata a mentire e lo fa nel caso in cui debba proteggere se stesso o un’altra persona. Il bugiardo occasionale pensa molto attentamente a ciò che dovrà raccontare, onde evitare contraddizioni (anche se il rischio di essere smascherati è molto alto).

2. Il bugiardo frequente. Questa tipologia di bugiardo non si prende del tempo per analizzare le sue argomentazioni, e capire come esporre al meglio la sua bugia, poiché sa già come farlo (è ormai un’abitudine consolidata).

3. Il bugiardo naturale. Mente di continuo, a tal punto che non sa più distinguere le bugie dalla verità. Di solito cade in contraddizioni che cerca poi, in un secondo momento, di correggere con argomentazioni valide. I segnali fisici del bugiardo naturale appoggiano le argomentazioni verbali.

4. Il bugiardo professionista. Qui vince l’obiettivo di ottenere qualcosa attraverso la bugia. Questa tipologia di bugiardo tende a studiare le nostre argomentazioni, in più, si allena per controllare il proprio linguaggio del corpo e offrire l’immagine che vuole.

Tutti mentono…almeno occasionalmente ? Le bugie sono ovunque, tuttavia ci sono dei modi per capire se una persona sta mentendo.
Ecco, allora, alcuni modi per comprenderlo nel video:

Contatto visivo
Il primo sensore che ci fa capire se una persona ce la sta raccontando grossa è osservare gli occhi, controllando che l’interlocutore non tolga lo sguardo da noi.

Movimenti degli occhi
Se la persona alza lo sguardo in alto e poi a destra vuol dire che sta “costruendo” e quindi probabilmente sta cercando di raccontare una sua “verità”. Per i mancini è vero il contrario.

Affermazioni categoriche
Ai bugiardi piace fare affermazioni categoriche per dimostrare che ciò che dicono è vero.

Linguaggio del corpo
Osservate con attenzione i movimenti del corpo del vostro probabile Pinocchio! Se ha le braccia incrociate probabilmente c’è qualcosa che non quadra.

Informazioni non richieste
Il bugiardo farebbe di tutto per fare sembrare vera la sua storia inserendo molti particolari non richiesti.

Dettagli insignificanti
Un altro modo per raccontare una storia ricca di fantasie è inserire nel racconto numerosi dettagli insignificanti.

Atteggiamento difensivo
Spesso non risponde in maniera diretta alle nostre domande, ma può cercare di sviare la nostra attenzione mettendosi in difesa e cambiando discorso.

Micro-espressioni
Fate attenzione alle micro-espressioni che fa il bugiardo, come ad esempio, un’espressione preoccupata, un mezzo sorriso o una smorfia perché sono dei segnali rivelatori.

Ripetere la storia una seconda volta
Infine, se volete essere sicuri non vi rimane che chiedere di raccontarvi la storiella una seconda volta. Probabilmente cadrà in contraddizione.
I mentitori hanno la vita dura e spesso si sgamano proprio per la fatica che debbono compiere a dover ricordare la precedente versione.
Se t’interessa approfondire l’argomento…

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Buona Vita

Pasquale Tardino
Formatore e Coach
pasqualetardino@ramitalia.it
335 435785

Conoscere il Linguaggio del Corpo per Comunicare, Vendere, Negoziare, Sedurre.

Il linguaggio del corpo si riferisce a tutta una serie di segnali non verbali, spesso involontari ed inconsapevoli. Per nascondere i veri sentimenti e cioè “falsificare” il linguaggio del viso o del corpo, bisognerebbe riuscire a controllare ogni singolo muscolo, cosa ovviamente non possibile.

Il corpo quindi è indice di verità!
Ma allora, perché ci sono professionisti che ne sottovalutano l’importanza? Lasciati dire che spesso è per presunzione: “Chi io? Il linguaggio del corpo l’ho imparato per stradanella vita di tutti i giorni e comprendo subito il tipo di persona che ho di fronte e la veridicità delle sue parole”. SI BUONANOTTE!

Facciamo subito una prova:
Se hai davanti a te un cliente che sta sorridendo in uno dei due modi qui sotto, cosa pensi?
Che stai procedendo sulla strada giusta?

Se credi che queste persone stiano sorridendo, beh mi spiace per te, ma non sai assolutamente nulla di linguaggio del corpo.

Da cosa ti accorgi che ti stanno mostrando un sorriso falso?
Da cosa ti accorgi che non sono sorrisi autentici?
Se facciamo riferimento al metodo FACS (Facial, Action, Coding, System) di Paul Ekman e Wallace Friesen, noteremo subito che non è neanche un sorriso, ma rientra in quell’emozione definita “disprezzo“.

E si, non solo non ti sta sorridendo, ma ti sta disprezzando, (sta pensando: ma guard nu poc a chist, e io che stong perdenne tiempo ad ascoltarlo) e se continui a presentare te stesso, la tua idea o il tuo prodotto mentre l’interlocutore mantiene questa emozione, difficilmente andrai da qualche parte.

Puoi applicare tutte le tecniche di comunicazione che vuoi, se non riesci a far uscire il tuo cliente da questo stato emotivo è finita, stai perdendo tempo, punto e basta!

Quale è il sorriso autentico?
Un sorriso autentico è di questo tipo:

Da cosa lo distingui?
Dal sorriso simmetrico con la formazione classica delle rughe a “zampa di gallina” intorno agli occhi.

Lo scopo di un buon comunicatore, che sia un imprenditore, venditore, un politico o altro, è riuscire a calibrare la propria comunicazione ottenendo l’assenso e/o il consenso dalla controparte.

In che modo?
Notando i vari segnali di gradimento o rifiuto che ci invia continuamente con il viso e con il corpo. Ma se non sappiamo dove andare a guardare e cosa cercare, sarà molto dura.

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Tutti possiamo applicare i metodi della comunicazione non verbale. Ogni volta che interagiamo con delle persone, stabiliamo una relazione, dobbiamo affrontare un colloquio, ogni volta che si interagisce con qualcuno, entra in gioco la comunicazione ed in particolare quella non verbale.
Siamo Vivi nella misura in cui COMUNICHIAMO.

Buona comunicazione a tutti!

 

 

Pasquale Tardino
Formatore e Coach
pasqualetardino@ramitalia.it
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